Piccoli fragilissimi film
È il titolo di un disco che ho amato molto. Sono frammenti di vita pronti a spezzarsi.
Come cerchi nell'acqua che non sanno nuotare e si infrangono / Frantumare le distanze. Superare le esistenze / E riconoscersi per creare / Camminare senza chiedersi perché
Qualche giorno fa Piccoli Fragilissimi Film è stato ripubblicato in versione Reloaded. Il disco di Paolo Benvegnù vide la luce nel febbraio del 2004 e ora vent’anni e passa dopo riprende vita con tanti ospiti che interpretano la track list duettando con lui.
Ho amato e consumato tantissimo il disco perché lungo questi anni ha sempre avuto la capacità di rendere vividi tramite testi, arrangiamenti e melodie, umori e malumori, amori e dolori, pezzi di vita che non ti appartengono, ma che senti tuoi.
Adesso continuo a preferire la versione originale, ma anche nella Reloaded ci sono momenti intensi.
Ma io lascio che le cose passino e mi sfiorino / perché non sono in grado di comprenderle
Forse abbiamo tutti paura di non esistere allo stesso modo e se guardassimo da lontano le cose senza essere coinvolti vedremmo che non c’è differenza tra scrivere questa newsletter e fare un video di fit-check, fra pubblicare un post in cui raccontiamo ciò che abbiamo visto in viaggio e pubblicare un selfie che ci siamo fatti con un personaggio famoso che è morto da poco per dire che quella volta…
Antonio Pavolini l’ha chiamata FOME - Fear of missing ego derivando il nome di questa sindrome, che non è (ancora) certificata da nessuna parte, dalla FOMO e dalla FOMI.
Forse non cerchiamo altro che una riprova sociale e puntare il dito, come sto facendo io ora, su alcune dinamiche che - personalmente - non riesco più a digerire, tollerare e che mi creano irritazioni epidermiche è solo un inutile tentativo di pensarsi nel giusto.
Però che fastidio.
Ma vive ancora il sentimento delle cose / Vivono gli alberi, le case, i sassi / I nostri sogni, le tv a colori, le navi senza radici / E siamo stupidi a pensare di esser soli / Senza più limiti, senza più colori
Antologia degli sconfitti*, cronaca quasi poetica del presente scritta da Niccolò Zancan è un album fotografico pieno di storie di una Italia disgraziata. L’ho letta questa estate, sotto il sole, a mare. Un contrasto così forte che riesco a mettere a fuoco solo ora, dopo qualche mese: la potenza che hanno quei micro-racconti di ordinaria disperazione.
Il mare sentirai / Tutto sarà qualcosa che scontornerà i tuoi limiti / Io e te / Siamo quei venti che cambiano i deserti
Volevo dirti che
Sono stato a Sarajevo e forse sono ancora lì a prendere appunti.
Altre cose
Una cosa che non avevo fatto mai: andare in overbooking su un volo e capire quanto lucrano le compagnie aeree attraverso questo giochetto del vendere più biglietti dei posti disponibili;
Una cosa che non vedevo l’ora di rifare: una passeggiata sotto la pioggia leggera in una città del nord.
In progress
è la mia newsletter (quasi) personale, direi abbastanza aperiodica.
È editata solo da me: se trovi un typo sii gentile, ignoralo.
Non mi abituerò mai all’idea che qualcuno legga le mie parole senza che prima ci sia stato un incrocio di sguardi prima.
In questa newsletter potrebbero esserci dei link in affiliazione, li riconosci dalla presenza di un *.
Ho scritto due libri:
Alla prossima!
Rocco