Quando 300 donne palestinesi marciarono a Gerusalemme
"Nazra in arabo significa “sguardo”, l’occhio è il suo logo e il cinema è il suo mezzo"
Qualche settimana fa ha fatto tappa a Catania il Nazra Palestine Short Film Festival che dal 2017 porta in giro in Italia cortometraggi che raccontano e rappresentano la cultura palestinese. Tre dei corti che più mi avevano scosso hanno anche vinto dei premi.
The Silent Protest: 1929 Jerusalem
Il Best documentary short film va a The Silent Protest: 1929 Jerusalem in cui si racconta che “Il 26 ottobre 1929, le donne palestinesi diedero vita a un movimento femminista a Gerusalemme. Circa 300 donne giunsero in città da tutta la Palestina. Quel giorno manifestarono in silenzio con un corteo di auto attraverso la città, in segno di protesta contro l’Alto Commissariato britannico, accusato di essere prevenuto nei confronti degli arabi durante le rivolte di Buraq.”
Il documentario è disponibile su Youtube a questo link, ma lo metto pure qui: la versione disponibile è in arabo sottotitolato in inglese, dura venti minuti e si riesce a seguire.
Per approfondire: InvictaPalestina; Middle East Eye.
The Key
Il primo premio nella categoria Best fiction short film va a The Key di Rakan Mayasi ed è il corto che più mi ha spiazzato perché si muove lungo un dolore che non si vede, ma si percepisce visceralmente. La sinossi: “La giovane Edina sente spesso un rumore misterioso che la tiene sveglia nel cuore della notte. The Key è un thriller politico e psicologico, basato sull’omonimo racconto del romanziere e poeta palestinese Anwar Hamed. La chiave, elemento centrale del film, rappresenta il diritto al ritorno dei palestinesi. Il film gioca su questa consapevolezza, come un’epidemia che si diffonde nel subconscio israeliano creando un crescente senso di colpa e preoccupazione.”
Abo Jabal
Il premio Premio Vittorio Arrigoni va ad Abo Jabal di Bisan Owda: qui è il presente a riempire di dolore lo schermo: “È l’8 maggio 2024 e Israele si prepara a lanciare un’ operazione militare distruttiva a Rafah. Tahani, una donna palestinese più volte sfollata interna dall’inizio degli attacchi su Gaza, si chiede dove trovare nuovamente rifugio per sé e i suoi figli. Il film offre uno spaccato della sua vita e della sua famiglia prima e dopo il 7 ottobre, raccontando lo strazio di una madre che, segnata da una dolorosa perdita, fatica a ritrovare pace.”
Volevo dirti che
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Altre cose
Una cosa che non avevo fatto mai: mangiare un maritozzo con panna fatta da latte di bufala;
Una cosa che non vedevo l’ora di rifare: è iniziato il mio corso in Storia e Teoria dei Nuovi Media presso Abadir | Accademia di design e comunicazione visiva, è il terzo anno ;-)
In progress
è la mia newsletter (quasi) personale, direi abbastanza aperiodica.
È editata solo da me: se trovi un typo sii gentile, ignoralo.
Non mi abituerò mai all’idea che qualcuno legga le mie parole senza che prima ci sia stato un incrocio di sguardi prima.
In questa newsletter potrebbero esserci dei link in affiliazione, li riconosci dalla presenza di un *.
Ho scritto due libri:
Alla prossima!
Rocco